Giuseppe Pucci — Lares che giocano fuori casa

Abstract

I Lari Permarini sono verisimilmente l’interpretatio romana dei Cabiri di Samotracia, divinità protettrici della navigazione, e in quanto tali presentano molte affinità sia coi Dioscuri che con i Penati. La loro prima menzione nella storia romana risale agli inizi del II sec. a.C., quando aiutarono L. Emilio Regillo a sconfiggere in una decisiva battaglia navale la flotta di Antioco, che si preparava ad uno sbarco in Italia. Proteggendo le armi romane sul mare anch’essi, in ultima analisi, proteggevano, il suolo romano. La loro tutela si estendeva anche ai traffici transmarini, e specialmente al trasporto delle derrate alimentari. È significativo che il loro tempio nel Campo Marzio sorgesse accanto a quello delle Ninfe (dove si custodivano le liste degli aventi diritto al frumento pubblico) e alla grande piazza porticata dove avvenivano le distribuzioni di grano alla plebe. Era compito loro far sì che il penus della città non fosse mai vuoto.

The Lares Permarini are probably the Roman interpretation of the Cabeiri of Samothrace, patron deities of navigation, and because of that they present several affinities with the Dioscuri and the Penates. The first mention of the Lares Permarini in Roman history goes back to the beginning of the II century BC, when they helped L. Emilio Regillo to defeat, in a naval battle, the Antiochus’s fleet, which was planning to land in Italy. By protecting the Roman armies at sea, they, in ultimate analyses, protected the Roman soil as well. The protection of the Lares Permarini extended beyond the sea routes to the transportation of food provisions. It is significant that their temple in the Campus Martius was next to that of the Nymphs (where the lists of the people that had rights to receive public cereals were held) and to the large square where the distribution of corn to the plebs took place. It was their duty to ensure that the penus of the city was never empty.