Abstract
Il testo analizza il ruolo delle istituzioni cantabre nella tutela e valorizzazione del patrimonio culturale tradizionale attraverso una disamina di alcuni articoli di legge dedicati a questo specifico tema. In particolare si osserva la legge sul Patrimonio Cultural de Cantabria, promulgata nell’ottobre del 1998, che amplia il concetto di patrimonio e include in esso anche quello immateriale, gettando così le basi per una maggiore tutela e promozione del patrimonio etnografico. Nel testo di legge si parla esplicitamente di esso come ‘‘testimone fondamentale della traiettoria storica e della identità della Cantabria’’. Le istituzioni cercano in questo modo di rendere visibile la relazione esistente tra patrimonio e identità della regione. Nell’articolo qui pubblicato, vengono, inoltre, ricostruite le diverse fasi del processo di creazione dell’identità cantabra, avvenuto prevalentemente tramite l’esibizione del patrimonio etnografico e in particolare di quello coreutico-musicale. È soprattutto grazie a questi elementi, considerati come i tratti culturali idiosincratici propri della regione, che, nel 1981, la Provincia di Santander è riuscita ad accedere alla forma di autogoverno e si è costituita come Comunità Autonoma di Cantabria. Questa analisi ci permette anche di riflettere sui diversi protagonisti che attualmente concorrono al mantenimento e alla valorizzazione di quello che viene considerato il patrimonio cantabro. Le distinte modalità di ‘‘rilettura’’ di quello che potremmo considerare il modello ‘‘antico’’ ci aiutano a comprendere una realtà complessa nella quale il termine ‘‘tradizionale’’ viene usato, per lo più, come spartiacque per distinguere ciò che rappresenta la ‘‘vera’’ cultura cantabra da ciò che non lo è. Chiude il testo una breve rassegna dei principali archivi e musei etnografici presenti nella regione.
The essay examines the role of Cantabrian institutions in safeguarding and promoting traditional cultural heritage, through the analysis of some Law Articles addressing this specific issue. The author focuses on the Bill on Patrimonio Cultural de Cantabria [Cantabria’s Cultural Heritage], enacted in October, 1998. Such a Bill expands the concept of heritage by including the intangible one, so laying the foundations for a better safeguard and promotion of ethnographic heritage. The Law explicitly refers to such heritage as to a ‘‘crucial testimony of the Cantabrian historical course and of its identity’’. By this way, institutions are trying to display the interrelation between regional heritage and its identity. The essay published here also reconstructs the different phases of the process of creation of a Cantabrian identity, mainly through the exhibition of ethnographic heritage, especially the choreutic-musical one. It is mainly due to this elements – seen as idiosyncratic cultural traits of the region – that, in 1981, the Province of Santander has succeeded in obtaining self-government and is now the Autonomous Community of Cantabria. Such an analysis also allows us to reflect on the various protagonists that are currently collaborating to the preservation and promotion of what is seen as Cantabrian heritage. The variety of ways to ‘‘reread’’ what we may see as the ‘‘ancient’’ model, helps us apprehend a complex reality, where the expression ‘‘traditional’’ usually signals the divide between what represents ‘‘true’’ Cantabrian culture and what doesn’t. The essay ends with a brief review of the main ethnographic archives and museums of the region.