Sabrina Tosi Cambini — Le voci e il silenzio. Dialoghi di strada e riflessioni

Abstract

L’articolo si divide in due parti. La prima, dal titolo “Dialoghi lunghi un giorno”, in cui l’autrice riprende le note della sua prima ricerca sul campo di dodici anni fa, si compone di conversazioni, racconti e riflessioni di persone di strada. Lo scorrere del tempo lungo le pagine del diario, viene racchiuso all’interno della narrazione di un’unica giornata. Qui si sentono le voci di Sara, Paco, Luigi, Daniele, Massimo, Anna, Chicco, Ugo Il Grande Vecchio, e si attraversano luoghi della città – Bologna – mai visti dalla maggior parte delle persone o mai visti attraverso la vita di strada. Nella seconda parte Tosi Cambini traccia le coordinate per un’antropologia del lavoro sociale e in questa sede – a partire dalla sua esperienza di lavoro sociale e di insegnamento sia agli operatori che agli aspiranti (corsi di formazione; o università), propone un’analisi dell”attrezzatura mentale’ (Febvre 1978) o, se preferiamo, del bagaglio culturale-formativo, dell’operatore sociale e delle pratiche e dei rischi che ad essa sono connessi.

The article has two parties. The first one, entitled “Dialogues one day long”, in which the author takes back the notes of her first fieldwork took place twelve years ago, it’s composed of conversations, stories and reflections by street people. The flow of the time along the pages of the diary, is contained inside the narration of a day. Here the voices of Sara, Paco, Luigi, Daniele, Massimo, Anna, Chicco, Ugo Il Grande Vecchio, and places of the city – Bologna – are crossed, places never seen by the greatest part of the people or never seen through the street life. In the second part of the paper, Tosi Cambini traces some suggestions for an Anthropology of Social Work. Based on long term ethnography among homeless people and social workers in Florence and in Bologna, the author tries to develop an anthropological critique of conceptual framework («outillage mental», Febvre 1978) of the social workers in Italy. The article is focused on the following questions: what is the education and training background of a social worker? Which are the conceptual categories a social worker uses to provide care?