Ivan Severi — Frontiere dell’antropologia in Italia. Riflessioni dal campo e prospettive professionali

Abstract

In questo articolo vorrei proporre, a partire da due esperienze di campo, alcune riflessioni sul possibile sviluppo della figura di antropologo professionale nell’ambito delle dipendenze e della marginalità cronica. Nel primo paragrafo mi soffermerò sulla mia esperienza all’interno di una struttura di reinserimento per ex-tossicodipendenti e il mio primo contatto con l’approccio dell’antropologia applicata. Successivamente affronterò la mia esperienza di campo come socio dell’associazione Castello 40132, esponendo alcune problematiche provenienti dalla letteratura sulla drug anthropology. Nella terza parte, evidenzierò alcune differenze tra lo sviluppo dell’antropologia applicata e professionale, in questo particolare ambito, in contesto americano e italiano. In chiusura avanzerò alcune proposte per lo sviluppo della figura dell’antropologo professionale nei servizi sociali.

Building from two fieldwork experiences, in this article I propose a reflection on the possibility of cultivating an anthropological professional role in the field of addictions and chronic marginality. In the first paragraph, I will recount my experience inside a rehabilitation facility for former drug addicts as well as giving an account of my first approach with applied anthropology in this particular context. Secondly, I will discuss my fieldwork as member of the association Castello 40132, and present some issues concerning the literature on drug anthropology. In the third part, I will briefly underline the differences between the Italian and American context in the development of applied and professional anthropology in this particular field. Finally, I will advance some suggestions for the development of the anthropological professional role in the context of social services.