Lia Giancristofaro — Ordine corporeo, disordine mediterraneo. Per una essay-review di Christian Bromberger

Abstract

Christian Bromberger, professore emerito di etnologia presso l’Università di Aix-Marsiglia, dalle sue ampie e prolungate inchieste etnografiche tra le coste del Mediterraneo e l’Iran ha elaborato teorie sul trattamento della pelosità, sulle società mediterranee e sulla passione popolare per il calcio. Leggendo una campionatura della sua produzione – oltre 200 tra saggi e volumi – è possibile farsi un’idea del suo approccio ‘di scala’ che può indicare nuove strade e soluzioni ermeneutiche. Ispirato da Leroi-Gourhan, Lévi-Strauss e Germaine Tillion, egli ambisce a comprendere passato e futuro da un punto di osservazione ‘stretto’, che però contiene un’apertura orizzontale, comprensiva delle interazioni tra paesi e città, tra regioni e nazioni, tra il tempo e le generazioni, tra il cambiamento degli stili di vita, delle case e dei mezzi di locomozione, dei modi di presentarsi in pubblico e in privato. L’osservazione è restituita attraverso una molteplicità di dati e di descrizioni miste (emiche ed etiche) che rappresentano la complessità culturale in modo ampio e stratificato. Come fanno i folkloristi, Bromberger esamina le ‘passioni ordinarie’ (superstizioni, regimi corporei e alimentari, forme dell’abitare, modi festivi); ma, a differenza dei folkloristi, la dimensione considerata da Bromberger è ampia, e realizza un’antropologia dei mondi contemporanei.

Christian Bromberger, Emeritus of ethnology at the University of Aix-Marseille, from his extensive and prolonged ethnographic inquiries between Iran and the coasts of the Mediterranean, develops theories on the treatment of hairiness, on the Mediterranean societies, and on the ‘popular passion’ for football. Reading a sample of his production – over 200 essays and volumes – it is possible to get an idea of his ‘scale approach’ which may indicate new paths and hermeneutical solutions. Inspired by Leroi-Gourhan, Lévi-Strauss and Germaine Tillion, he aspires to understand past and future from a ‘narrow observation point’, which however contains a horizontal opening, considering the interactions between countries and cities, between regions and nations, between time and generations, between changing lifestyles, houses and means of locomotion, ways of presenting oneself in public and in private. The observation is given through a multiplicity of data and mixed descriptions (emic and ethic), which represent the cultural complexity in a broad and stratified way. As folklorists do, Bromberger examines the ‘ordinary passions’ (superstitions, body and food regimes, forms of living, festive modes); but, unlike the folklorists, the dimension considered by Bromberger is wide, and realizes an anthropology of contemporary worlds.