Abstract
Utilizzando brani tratti da una lunga intervista, l’articolo ricostruisce, sinteticamente, la vita e la cultura di Elia Giomarelli di Castiglione d’Orcia (SI), che per molti anni fu «capomaggio», il capo, cioè, e l’organizzatore e il principale cantore della «maggiolata», ovvero di quel canto di questua che si svolge nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio. La storia del Giomarelli è anche una testimonianza delle condizioni materiali di vita di molti «valdorciani», abitanti cioè di quella parte meridionale della provincia di Siena, oggi famosa e frequentata dal turismo di élite, fino a qualche decennio fa povera e derelitta.
Drawing on a long interview, this essay goes synthetically through the life and culture of Elia Giomarelli from Castiglione d’Orcia (SI). For many years, Giomarelli has been «capomaggio», i.e. the leading character, the organizer, and the main singer during the «maggiolata», a beggars’ song that traditionally takes place on the night between April the Thirtieth and the First of May. Giomarelli’s life story is a testimony of the material conditions of living of many «valdorciani»: the inhabitants of the southern region of Siena’s province, an area that today is a favourite destination for elite tourism, while it used to be, up to a few decades ago, poor and uncared for.