Valdimar Tr. Hafstein — Metafore biologiche nelle teorie del folklore. Un saggio di storia delle idee

Con una nota di Fabio Mugnaini

Abstract

Gli studi di folklore sono stati ampiamente segnati da un ricorso alle metafore biologiche, a partire dalle loro «radici» appunto, nel romanticismo tedesco, fino ad anni recenti. L’autore ne esplora le funzioni, esplicite e implicite, nei lavori e nelle posizioni teoriche di scuole fondamentali (la scuola finnica) e riconosciuti maestri della disciplina, quali Arnold Van Gennep, Vladimir Ja. Propp, Carl Wilhelm Von Sydow. Il ricorso al linguaggio delle scienze naturali, con la mediazione della linguistica, è di volta in volta servito a diversi obiettivi teorici: dalla ricerca di un metodo scientifico da prendere in prestito, o con cui legittimarsi come disciplina scientifica, fino all’esplorazione delle possibilità conoscitive implicite nell’approccio morfologico. Le scienze naturali, in generale, hanno alimentato un discorso di impianto biologistico che, insieme a innegabili acquisizioni, ha riprodotto implicitamente e per via inerziale, concezioni specifiche dell’oggetto e degli studi di folklore, quali una certa reificazione della tradizione o la naturalizzazione delle unità di studio. Fare il punto su tale aspetto può essere utile non solo per un approfondimento della storia degli studi, ma anche per sollecitare una maggiore consapevolezza circa i significati impliciti nella retorica e nel discorso attualmente in uso.

Biological metaphors have been pervading folklore studies from their «roots» in German Romanticism up to recent years. Mugnaini explores the explicit and implicit functions of such metaphors in the works and theoretical views of major folklore Schools (the Finnish School) and of theorists like Arnold Van Gennep, Vladimir Ja. Propp, and Carl Wilhelm Von Sydow. The reference to life sciences jargon, often mediated through linguistics studies, has well served the needs of various theoretical purposes, ranging from the search of an efficient method to adopt or through which to legitimate folklore studies as a science, to the exploration of the cognitive potentialities of the morphological approach. The natural sciences approach has generally fostered a biological-based discourse that, along with unquestionable results, has implicitly and passively contributed to the diffusion of specific views on the object and on the studies of folklore, such as a kind of reification of tradition or the naturalization of the units of study. Assessments of such circumstances can not only contribute to improve our understanding of the history of our studies, but they also favour the awareness of implicit meanings in current rhetoric and discourses.