Amy A. Bernardy — «Introduzione generale» a Piemonte

Con una nota di Emanuela Rossi

Abstract

Nella rubrica «Archivio» abbiamo scelto di pubblicare un testo del 1926 di Amy A. Bernardy, introduzione a un volume monografico dedicato al Piemonte, perché ci è sembrato interessante leggerlo in connessione con “Due parole di programma” di Lamberto Loria ripubblicato sul numero 1/2003 di «Lares»: un testo ‘fondativo’ nel quale Loria parla della sua conversione agli studi di “etnografia italiana”, delle sue attività per la preparazione della Mostra e del Congresso di etnografia del 1911 e della nascita di «Lares» quale bollettino della Società di Etnografia italiana. Il testo di Amy Bernardy propone una lettura del Congresso del 1911, dei lavori per la preparazione della prima mostra di etnografia italiana e dei personaggi a questi eventi legati, da un punto di vista diverso. Diverso per almeno due motivi: perché è il punto di vista di una generazione più giovane rispetto a quella di Loria, Mochi, Baldasseroni e poi perché è di una donna (unica donna, assieme a Caterina Pigorini Beri, presente come relatrice al Congresso).

In the «Archivio» column, we have chosen to publish an essay that Amy A. Bernardy wrote in 1926 as the introduction to a monographic volume on Piemonte. Our choice was determined by the interest of connecting it with Due Parole di Programma (Two Words of Programme) by Lamberto Loria we published in Lares 1/2003. The latter is a ‘founding’ text where the author addresses his turn to “Italian ethnography” studies, his engagement in the 1911 project of a major exhibition and a national convention on Italian folklore, and the birth of Lares as the Italian Ethnographic Society bulletin. Amy Bernardy’s essay proposes a new interpretation of the 1911 convention and of the makings of the first exhibition of Italian ethnography, as well as of those who partook in them in various ways. Her way of analyzing the events differs from others as it is produced by an author who is one generation younger than Loria, Mochi, and Baldasseroni, and as it written by a woman (one of the only two female relators who participated, together with Caterina Pigorini Beri, in the convention).