Pietro Clemente — Leggendarie leggende

Abstract

Attraverso un esame storico sugli esempi e sulle denominazioni negli studi italiani, e avvalendosi di un quadro comparativo tra le forme della narrazione popolare, il saggio sostiene che le leggende sono oggetti limite che appartengono piuttosto ai saperi, alla toponomastica, alla pedagogia che alla narrativa. Su questi oggetti di confine il romanticismo e gli studi locali hanno spesso costruito narrazioni di forte carattere letterario. ll saggio, che poggia su di una considerazione comparativa di Venturelli tra leggende e fiabe, si propone una critica delle classificazioni correnti delle forme narrative popolari.

Through an historical survey of samples and nomenclatures Italian scholars have made use of, and within a comparative framework concerning the variety of popular storytelling, this essay argues for legends to be a liminal object in this field. They pertain to knowledge, to toponymic, and to pedagogy more than they do to narrative. On this liminal object of study, romanticism and local studies have often produced texts of a considerably literary character. This essay is based on a reflection by Venturelli, where he compares legends and fairy tales, and it argues for a reassessment of the contemporary classification of popular narrative texts.