Abstract
Nel febbraio de1 2004 è morto Nuto Revelli, infaticabile raccoglitore di lettere e di testimonianze orali sulla vita degli «ultimi», dei dimenticati, degli sconfitti dalla storia: a cominciare dai soldati della campagna di Russia, per continuare con i contadini e le donne del Cuneese, per finire con la vicenda di un ufficiale tedesco e di un vecchio prete isolato. Storico che si definiva autodidatta di una disciplina per molto tempo vista con sufficienza dall’accademia, come la storia orale, era stato però insignito della laurea honoris causa a Torino. Della sua vita, delle sue conferenze e dei suoi libri, resteranno, oltre alla eredità culturale per gli storici e gli antropologi, anche una lezione di grande umanità e di inesauribile passione e impegno civile.
In February 2004 Nuto Revellí died, a tireless collector of letters and oral accounts about the life of the «outcasts», those people who have been forgotten and defeated by History: from the soldiers of the Russian campaign and the farmers and women living in Cuneo area, to the vicissitudes of a German army officer and an old isolated priest. Nuto Revelli considered himself a self-taught historian specializing in oral history, a discipline that has been looked down on for a long time by scholarly institutions; nevertheless an honorary degree was conferred on him in Turin. Legacy of his life, his conferences and his books will be the cultural inheritance for historians and anthropologists as well as a lesson of deep humanity and of endless passion and civil commitment.