Sandra Puccini — Parrucche, stampe e scarabattoli. Salvatore Di Giacomo e l’etnografia italiana

Abstract

Tra il 1908 e il 1912 il grande poeta napoletano Salvatore Di Giacomo collabora con Lamberto Loria alla realizzazione della Mostra di Etnografia italiana del 1911 dedicandosi alla raccolta di stampe oggetti popolari napoletani. Non si tratta però di uno dei tanti collaboratori dell’etnografo fiorentino: sia per la statura dell’interlocutore – la cui notorietà andava ben oltre i confini nazionali -, sia perché il rapporto tra i due (documentato dall’intenso epistolario che qui si pubblica) assume presto i colori di una vera amicizia, cementata dalla comune passione per il collezionismo e per la messa in scena della vita popolare. 11 carteggio è utilizzato dall’autrice per guardare in chiave antropologica l’opera in italiano – narrativa e storica – di Di Giacomo: nella quale il poeta tratteggia il mondo napoletano con sensibilità ed empatia, quasi a disegnare una vera etnografia “dal punto di vista dei nativi”.

Between 1908 and 1912, the great Neapolitan poet Salvatore Di Giacomo worked with Lamberto Loria to the making of the 1911’s Mostra di Etnografia Italiana [Italian Ethnography Exposition], taking charge of the collection of Neapolitan objects. He was not just one of the many collaborators of the Florentine ethnographer: not only for Di Giacomo was in good standing (his reputation reached far over the national borders), but also because his personal relations with Loria (documented by an intense exchange of letters) soon turned to a real friendship, strengthened by their shared passion for collecting and for the representation of popular life. Their epistolary gives us a chance to look at Di Giacomo’s Italian fictional and historical work through an anthropological perspective: in his work, the poet sketches the Neapolitan world with empathy and sensitivity, ending up almost constructing a true ethnography “from the natives’ point of view”.