Abstract
II saggio presentato riflette sul significato antropologico del racconto di vita inteso come metodologia etnografica e anche come forma condivisa di rappresentazione narrativa. La ricerca etnografica effettuata dall’autrice ad Armungia (CA) viene usata come storia esemplare per narrare il farsi della comprensione antropologica. Un lento apprendistato alla conoscenza dell’altro; apprendistato che si attua nell’osservazione, nel dialogo e nella partecipazione corporea. Le fonti orali rilevate, le note di campo, vengono selezionate e montate entro una favola di rapporto. Una favola scritta che vede come protagoniste l’apprendista antropologa che ascolta l’interlocutrice narrare il proprio racconto di vita e prova a valorizzare scientificamente l’esperienza conoscitiva senza tralasciare la dimensione affettiva e umana che la ha caratterizzata.
This paper reflects on the anthropological significance of oral life history as an ethnographic method, as well as a shared practice of narrative representation. Here, the author’s fieldwork experience in Armungia (CA) stands as an exemplary tale for narrating the making of anthropological comprehension: a slow apprenticeship to the knowledge of the other; an apprenticeship carried out through observation, dialogue, and bodily involvement. Oral sources and fieldnotes are selected and arranged into a tale of relation: a written tale whose main characters are the apprentice anthropologist listening, and her counterpart narrating the story of her own life. The author’s tale wishes to provide scientific value to an experience of knowledge, while not casting aside the affective and human dimensions that have characterized it.