Abstract
Qui si propone un’analisi interpretativa di alcuni elementi contestuali specifici di una delle occorrenze della ‘museografia etnografica spontanea’ italiana: quello che ha portato alla nascita di Sa domu de is ainas ad Armungia (CA). Elaborata a partire da un lavoro di ricerca sul campo di circa cinque mesi che si è concluso nell’ottobre del 2000 (al momento dell’inaugurazione ufficiale dell’allestimento su progetto scientifico di Gabriella Da Re), tale analisi è condotta attraverso continui raffronti tra memorie storiche del processo di patrimonializzazione ed elementi della vita quotidiana ad Armungia. In tal modo, ‘rappresentazioni’ del passato e ‘immaginazioni’ di futuro sono contestualizzate nel presente della ricerca e continuamente messe in parallelo con la stessa operazione di ‘rappresentazione dell’identità locale’ operata attraverso gli oggetti della collezione.
The author proposes an interpretive analysis of some of the contextual and specific elements in the dynamics of the creation of Sa domu de is ainas (Armungia (CA), one of the many small ethnographic museums in the Italian territory that are due to the work of non-academic volunteers. Such analysis is based on about five months of fieldwork research, between May 1999 and October 2000, when the inaugural ceremony of the last museum set up (produced by anthropologist and academic Gabriella Da Re) took place. Local narratives of past events that led to the creation of the museum collection are here constantly correlated with contemporary day-to-day life in Armungia. Representations of the past and visions of the future are set side by side with fieldwork observations and are explored together with the specific characteristics of the collectors’ attempt to picture local identity.