Abstract
Il nome della rivista Lares, suggerito da Francesco Novati, fu scelto in ragione del mistero che agli inizi del secolo scorso, le antiche divinità dei Romani erano ancora in grado si suscitare nel lettore moderno: «I Lari! ma questo nome non racchiude egli forse tutto il vasto mondo misterioso, che noi ci proponiamo di penetrare; il mondo delle origini, delle vicende remote, delle consuetudini tradizionali dell’Italica stirpe?». Dopo tanti anni le nebbie che allora avvolgevano l’antica religione dei Lari sono ancora lì, come serrate a difesa di un mondo che già ai Romani doveva apparire ormai oscuro e misterioso. L’indagine moderna in fondo non ha potuto far altro che ereditare e ridiscutere le incertezze degli antichi. Chi erano in realtà i Lari dei Romani? Divinità dei campi, soltanto tardi entrate a far parte del culto domestico come riteneva George Wissowa o piuttosto, come invece credeva Eric Samter, spiriti degli antenati originariamente venerati presso il focolare e successivamente “esportati” all’esterno della casa, così da generare tutti gli altri tipi di Lares? E ancora, cosa hanno in comune il Lar che ogni famiglia venera quotidianamente presso il focolare domestico (Lar familiaris) con i lares onorati presso i crocicchi ai Compitalia di Gennaio (Lares compitales)? Dobbiamo davvero distinguere tra i Lares custodi dei campi e i Lares custodi della casa? Chi sono i Lares praestites che vegliano sulla città di Roma? A quale categoria appartengono i Lares, sprovvisti di titoli, che compaiono nella formula della devotio e quelli invocati dai fratelli Arvali nel loro carmen? Questo contributo si propone di riprendere in esame la documentazione antica e di aggiornare lo stato degli studi, sostanzialmente fermo alle tesi di Wissowa e Samter. Sono stati quindi presi in esame i luoghi in cui era celebrato il culto dei Lari: il focolare domestico, il campo intorno alla casa e il crocicchio. Attraverso una lettura sinottica delle fonti e una analisi storico-antropologica delle tradizioni, dei racconti e delle pratiche rituali associate ai Lari, è stato possibile dimostrare che per i Romani non esisteva una categoria specifica di Lare per ogni singola porzione dello spazio antropico (i Lari del focolare, quelli dei campi, quelli del crocicchio e così via), ma più semplicemente che il Lare o i Lari cambiavano nome a seconda dello spazio nel quale erano chiamati ad operare. Inoltre, dal momento che la mentalità religiosa romana tendeva ad assegnare ad ogni luogo il proprio dio (nullus locus sine genio diceva un antico commentatore di Virgilio), è comprensibile che il genere Lare, data la sua funzione di spirito tutelare, abbia finito per scomporsi in una pluralità di specie differenti.
The name of the review Lares was suggested by Francesco Novati, and was chosen on account of the mystery that at the beginning of the last century, these ancient Roman deities still evoked in the mind of the modern reader: «The Lares! But doesn’t this name explain the entire vast mysterious world that we aim to know, the world of the origins, of remote events, of the traditional habits of the Italic breed?». After many centuries, the shadows that surrounded the ancient religion of the Lares are still there, undisclosed so as to defend a world that must have appeared obscure and mysterious to the Romans themselves. The modern investigation inherited the uncertainties of its ancient predecessors as well their discussions. Who were the Roman Lares? Agricultural deities, that later became part of the domestic cult as George Wissowa believed, or rather, as Eric Samter stated, spirits of the ancestors originally worshiped in the house and later “moved” to the exterior of the house, so that to give origin to other types of Lares? And, further, what do they have in common with the Lar that each family worships daily in the household (Lar familiaris), or with the Lares that are worshiped at the crossings of roads during the Compitalia in January (Lares Compitales)? Should we distinguish among agricultural Lares, guardians of the land, and Lares of the household? Who are the Lares praestites that take care of the city of Rome? To which category do the Lares without titles – which appear in the votive formula – belong, and the ones invoked by the Arval priests in their carmen? This essay aims to re-examine the ancient documents and to update the field of current studies, still dominated by the thesis of Wissowa and Samter. Hence, the places where the cult of the Lares took place have been examined: the house, the field around the house, and the crossing of roads. Trough a synoptic reading of the sources and a historical-anthropological analysis of the traditions, stories and ritual practices associated with the Lares, it has been possible to demonstrate that, for the Romans, there wasn’t a specific category of Lares corresponding to each place (the house, the field, the crossings of roads and so on…), but more simply that the Lar or Lares changed name according to the spaces in which they operated. Moreover, since the roman religious attitude was inclined to assign to each place its own god (nullus locus sine genio, an early commentator of Virgil stated), it is plausible that the Lar, because of its function of protective spirit, broke up in a variety of different forms.