Abstract
Il saggio indaga il paradossale rapporto che in alcuni contesti culturali sembra sussistere tra la manifestazione orgogliosa di un’identità locale e l’espressione di un forte sentimento nazionalista. Il caso greco in generale e quello cretese in particolare sono un esempio eclatante di come tra localismo e nazionalismo non vi sia necessariamente contraddizione ma possa anzi articolarsi un reciproco rinforzo. Le condizioni storiche di formazione del moderno stato greco – in costante antagonismo con l’impero ottomano prima e poi con lo stato turco, ma anche sistematicamente pungolato da un Occidente che esigeva per la Grecia moderna il ripudio delle commistioni «orientali» e un ritorno ai fasti della classicità – combinate con il forte pregiudizio patrilineare dei sistemi di parentela greci, hanno prodotto una strutturazione dell’identità di tipo segmentario in cui i livelli locali possono essere «riconfigurati» progressivamente e senza soluzione di continuità nel quadro dell’appartenenza nazionale. Una comparazione con il caso italiano dimostra il ruolo svolto dagli studi di folklore greci (laografia) nel produrre questo passaggio dal livello locale a quello nazionale del senso di appartenenza. L’assenza per il caso italiano di un «nemico storico» e di un «protettore» straniero riconoscibili a livello di politica nazionale ha reso la demografia italiana strutturalmente inadatta a produrre un’immagine coerente e uniforme della nazione partendo dalle specificità locali.
This essay analyses the paradoxical relation that in some cultural contests seems to exist between the proud manifestation of a local identity and the expression of a strong nationalistic feeling. The Greek case, in general, and the Cretan one in particular, are striking examples of the fact that between localism and nationalism there isn’t always an opposition, but an articulation of reciprocal affirmation. The history of the formation of the modern Greek State – constantly in conflict with the Ottoman Empire first, and the Turkish state afterwards, but at the same time spurred by a Western world that wanted modern Greece to refuse «Eastern» conflations, and to return to the Classic vestiges – combined with the patrilinear prejudice of Greek kinship systems, have produced the formation of a «disjointed» identity in which the local segments can gradually be «rearranged», without solution of continuity, in the national frame of identity. A comparison with the Italian case demonstrates the role that the Greek studies of folklore (laografia) have played in producing this transformation, from the local to the national level of identity. As far as the Italian case, the lack of a «historical enemy» and of a «foreign protector», identifiable at the national level, has made Italian «Folklore Studies» structurally inapt to produce a coherent and homogeneous image of the nation on the basis of local differences.