Abstract
La mostra Animalscape (Museo Nazionale Preistorico ed Etnografico «Pigorini», aprile 2002 – maggio 2003, Roma) ha proposto la messa in scena di una serie di oggetti di uso quotidiano, familiare, che richiamano nelle forme animali di varie specie. La domanda che si nasconde dietro tale esposizione è se vi sia un complesso meccanismo simbolico che tende a collocare, all’interno delle nostre abitazioni, surrogati oggettuali di un mondo animale, in modo da configurare relazioni, rapporti, scambi, intersezioni con un mondo animato che sembrerebbe escluso. L’esigenza di un design accattivante si coniuga, quindi, con la necessità di esplorare possibili immaginari e complessi scenari d’azione. La volontà di rappresentare tali scenari si è risolta in una scenografia che ha tenuto conto del possibile utilizzo-funzionalità di tali oggetti in contesti noti (la cameretta dei ragazzi, la cucina, lo studio, ecc.). Gli oggetti in questione, acquistati al mercatino di roba usata Porta Portese a Roma, hanno avuto la possibilità di riprendere vita, di animare nuovamente ambienti, di rendere «calde» le camere esposte. Sembrerebbe quasi che la sottrazione di intenzionalità che il vero animale avrebbe, corrisponda ad un aumento di sentimentalismo e attenzione. Forme buffe, polimorfiche, che ispirano affetto o terrore, arricchiscono o limitano il nostro orizzonte?
The exhibition Animalscape (on display from April 2002 to May 2003 at the Museo Nazionale Preistorico ed Etnografico ‘‘Luigi Pigorini’’, in Rome) put on show a series of objects of daily, familiar, use: objects the shapes of which recall various species of animals. The question motivating the exhibit is whether or not there is a complex symbolic mechanism disposed to collocate – in the interior of our houses – material surrogates of an animal world, so to configure relations, rapports, exchanges, connections to an animated world that is apparently excluded. The need for a captivating design is conjugated, therefore, to the necessity of exploring possible imaginary worlds and complex sets for actions. The aim of putting such sets on scene was achieved through a stage design that took into account the possible usage/functionality of such objects in familiar contexts (the kids’ bedroom, the kitchen, the study room, etc.). The objects we worked with were acquired at the Porta Portese flea market, in Rome. In our exhibit, they have had the chance to regain life, to once more animate habitats, to «warm up» the rooms on display. It almost seems that the removal of intentionality that is operated on the real animal corresponds to an increase of sentimentalism and attention. These funny, polymorphic shapes inspiring affection or fear, enrich or limit our horizon?