Caterina Di Pasquale — Dall’automobile al baroccio: il boom economico e il ricordo di chi c’era

Abstract

Il saggio proposto è il frutto di una ricerca finanziata dal Centro Tradizioni Popolari della Provincia di Lucca e realizzata presso alcune frazioni del comune di Capannori. L’oggetto della descrizione etnografica è il processo di patrimonializzazione del passato contadino. Al centro della riflessione è l’operato di un’associazione locale, che ha saputo costruire e mettere in mostra la propria memoria, attraverso una raccolta capillare di oggetti e di testimonianze. Comparando le pratiche formalizzate, le rappresentazioni discorsive divulgate, i documenti materiali collezionati, l’autrice ha riletto i ricordi e ne ha interpretato il significato sociale. In questo modo il legame tra identità locale, territorio e passato è stato descritto non solo dal punto di vista della ricaduta e dell’oggettivazione culturale, ma anche dal punto di vista processuale. L’obiettivo era abbandonare la visione dominante, ovvero quella contenutistica e realista, favorendo piuttosto una lettura dinamica. Capace di rendere visibile un passato altrimenti obliato, ovvero quello del Boom economico.

This essay is the product of a research financed by the Centro Tradizioni Popolari della Provincia di Lucca [Centre for Popular Traditions of the Province of Lucca], which was carried on in the territory of the Municipality of Capannori (LU). The ethnographic description aims at giving account of a process of heritage-making based on the rural past. At the core of the analysis is a local association that has been capable, through a capillary collection of objects and testimonies, to construct its own memory and put it on display. Cross-examining formalized practices, discursive representations, and the material documents that have been collected, the author rereads memories and interprets their social meaning. This way, the local identity’s tie to the territory and to the past is described not only in its outcomes and cultural objectification, but also in its processes. The author aims at setting the dominant vision – i.e.: one favoring contents and objectivity – aside, privileging, instead, a dynamic reading, capable of shedding light on a past that would otherwise be forgotten: that of the economic boom.