Roberta Altin — La doppia presenza dei ghanesi in Friuli Venezia Giulia

Abstract

L’articolo analizza l’immigrazione ghanese in Friuli Venezia Giulia, nelle sue evoluzioni storiche degli ultimi vent’anni e nelle connessioni con la patria d’origine e le altre sedi di diaspora. I ghanesi sono la maggiore comunità africana in regione, con quasi 5000 presenze, in continuo aumento; sono quasi tutti ashanti, con insediamento stabile, lavoro regolare, ricongiungimenti familiari e folta presenza di seconde generazioni. Nonostante i segnali di un progetto migratorio sul medio-lungo periodo, i ghanesi mostrano parallelamente un costante e attivo collegamento con la patria che si esplicita in varie azioni e scelte (doppia cittadinanza, doppia casa, ecc.). Sul background di solidarietà della tradizione ghanese si è innestato un meccanismo di network solidale tra migranti che ha permesso di funzionare anche a notevole distanza e che si esplicita in progetti cooperativi sia in Italia che in Africa. Attraverso l’associazionismo, i riti collettivi, le chiese evangelico-pentecostali i ghanesi in FVG alimentano una ‘doppia presenza’ e identità. Come confermano altre ricerche sulla diaspora ghanese, questa comunità cerca di inserirsi e integrarsi nella nuova società di accoglienza, senza mai scordarsi, né in termini economici, né progettuali dell’area di origine. Emerge una migrazione che non rappresenta un processo ‘subito’, bensì una risposta attiva e responsabile che crea co-sviluppo e opportunità per il nuovo paese e per quello d’origine, con trasferimento di risorse, competenze e progettualità transnazionali.

This article analyzes the Ghanaian immigration in Friuli Venezia Giulia in the last twenty years and in connection with the homeland and the other diaspora’s sites. Ghanaian immigrants represent the largest African community in this region, with almost 5,000 settlers in constant increase; most of them are Ashanti, with stable settlement, regular job, familiar’s reunion and large presence of second born generation. Although the signs indicate a migration’s project of middle-long period, the Ghanaians appear at the same time connected to the homeland with many actions and choices (double citizenship, double houses etc.). A network between migrant is born from the traditional background of solidarity and is working also at distance with cooperative projects in Italy and in/with Africa. Through associations, collective rites, and Pentecostal churches, the Ghanaians in Friuli sustain a ‘double presence’ and identity. Like in other studies on Ghanaian diaspora, this community tries to insert and to become integrated in the new society, without forget the origin’s area, neither economically nor planning. This migration doesn’t represent an imposed process, but an active and responsible answer that creates development and opportunity for the new and the old country, with transfer of resources, competences and transnational projects.