Bruno Riccio e Monica Russo — Ponti in costruzione tra de-territorializzazione e ri-territorializzazione. Cittadinanza e associazioni di «seconde generazioni» a Bologna

Abstract

Le seconde generazioni di figli di immigrati si sono organizzate in associazioni all’interno della società italiana. Quelle che agiscono a Bologna si dimostrano dinamiche e ricche di iniziative che interrogano la delicata questione della cittadinanza e tendono ad attraversare i confini locali e nazionali. Questo genere di strategia si rivela cruciale per i giovani i quali, nonostante siano stati educati e cresciuti nella società italiana, maturano difficili prospettive di mobilità sociale e di vedere realizzati i propri diritti di cittadinanza. Nella loro lotta per il riconoscimento e con lo scopo di elevare le proprie opportunità di accedere alle risorse sociali e di partecipazione politica, spesso si trovano a contestare o a svolgere un ruolo critico nei confronti delle rappresentazioni dominanti nel senso comune che li identificano come stranieri a vita. Con questa finalità, essi sono ben inseriti nelle reti virtuali dove trovano uno spazio per forgiare contro-rappresentazioni. D’altra parte, il contesto locale ed il territorio costituiscono per molti dei membri di queste associazioni uno spazio in cui fare sentire le proprie istanze e realizzare una forma di cittadinanza praticata nella vita sociale quotidiana ritenuta come più rilevante di quella formale. Nell’articolo vengono discusse le ambivalenze, le sfide e le strategie adottate per affrontarle.

Second-generation children of first wave migrants are getting organized in various associations within Italian society. Those acting in Bologna show to be very dynamic and rich of initiatives addressing the delicate issue of citizenship and crossing local and sometimes national boundaries. This kind of strategy proves to be crucial for youth that was schooled and socialized in Italian society, but encounter difficult prospects of social mobility and of seeing citizenship rights been granted. In their struggle for recognition, often they contest and critique the common sense representation, which targets them as forever foreigners to enhance their access to social resources, social participation and political representation. With this purpose they are well networked also through internet and engage in shaping counter-representation. On the other hand, territory and local context are seen as the arena where people’s voices and concerns could be heard and developed into new demands of citizenship. However, various members seem more interested in realising a practiced citizenship in social everyday life than on paper. We critically discuss the ambivalences, challenges and strategies adopted to face them.