Emanuela Rossi — «Devo dire che il fatto di non essere canadese e non essere di Toronto e non sapere niente del Canada da un certo punto di vista è stato strumentale per cominciare… » Silvia Forni, curatrice al Royal Ontario Museum, si racconta

Abstract

Il testo presenta una intervista a Silvia Forni, antropologa italiana che dal 2009 è la curatrice della sezione africana del Royal Ontario Museum (ROM) di Toronto. Silvia racconta del lavoro che svolge in questo che è uno dei ù grandi musei del Canada e della complessa eredità che si è trovata a gestire. Il ROM infatti tra in 1989 e il 1990 ha ospitato una mostra dal titolo Into the heart of Africa che fu così contestata da dover chiudere. Veniva sostanzialmente messo in discussione il diritto del museo di possedere la collezione africana e di avere la capacità di presentare una mostra sull’Africa. Silvia Forni racconta dei suoi rapporti con la comunità africana di Toronto ed anche con quali criteri sceglie i nuovi oggetti da acquisire. Ha raccontato di alcuni suoi viaggi recenti in Senegal per l’acquisizione di pentole di ceramica e in Ghana per acquistare due bare; delle mostre che sta allestendo e di come ci si muove all’interno di una istituzione così grande e complessa come il ROM.

Silvia Forni is an Italian anthropologist who has been working as curator of the Africa collections at Toronto’s Royal Ontario Museum (ROM) since 2009. In this interview, she describes her work experience at one of the largest museums in Canada, and the delicate legacy she finds herself managing. In 1989-1990, in fact, the ROM showcased an exhibition titled Into the Heart of Africa, which was so strongly opposed that the museum was forced to shut it down. The museum’s right to hold African collections and to present exhibitions on the continent was itself put into question. Silvia Forni describes her relations with Toronto’s African community as well as her criteria for the acquisition of new artifacts for the museum. She gives us an account of her recent expeditions to Senegal, where she collected ceramic pots, of her acquisition of two coffins from Ghana, and of the exhibitions she is designing, thus illustrating how she carries out her duties at such a large and complex institution.