Tullio Seppilli — Dove sono finite le streghe? Schemi di pacificazione soggettiva del contrasto fra gli antichi e i nuovi modelli nei processi di transizione culturale

Abstract

In questo articolo si cerca di focalizzare alcune modalità di interna elaborazione psico-culturale che nei periodi di rapido cambiamento, come dopo la metà del Novecento, si manifestano negli individui anziani che hanno condiviso, in passato, credenze ritenute in seguito – da loro stessi, in certa misura – come “assurde” e “vergognose”, espressioni di grave arretratezza e oggetto da parte delle generazioni più giovani di esplicita derisione. Queste elaborazioni, di vario tipo, sembrano cercare una mediazione “ragionevole” – o, se vogliamo, una interna “pacificazione” – soggettivamente accettabile e logicamente proponibile anche nel dialogo con chi li interroga, fra ciò che appariva “ovvio” in passato e le opposte opinioni oggi dominanti. Alcune manifestazioni di questi soggettivi meccanismi di adattamento al “nuovo” vengono delineate in base a concrete esperienze di ricerca vissute dall’A. in contesti popolari rurali nell’Umbria tra la metà degli anni ’50 e la metà degli anni ’70 del Novecento.

This essay is focused on inner processes of psycho-social elaboration that occur in times of rapid change. In the second half of the 20th century, for instance, the elders needed to cope with the changed views on once shared beliefs that had become “absurd” and “shameful”. They had come to be seen – to a certain extent, by the elder themselves- as manifestations of a deep backwardness, and the younger generations explicitly mocked them. These various kinds of psycho-social elaboration seem to be geared at finding “reasonable” mediations – or, if you will, an inner “appeasement” – that satisfy the subject and may be logically conveyed in the context of dialogues on beliefs that once were “obvious” and that today are generally opposed. By making reference to concrete research experiences carried out from the mid-Fifties to the mid-Seventies in Umbria’s rural and popular contexts, we delineate some manifestations of such subjective processes of adaptation to the “new”.