Zachary Whyte — Miopia, incertezza e potere nel sistema d’asilo danese

Abstract

I richiedenti asilo in Danimarca sono trattenuti in centri designati per tutto il periodo della durata della procedura di asilo, soggetti a limiti per quanto riguarda spostamenti, istruzione ed impiego, nonché a diversi gradi di sorveglianza da parte di autorità statali e para-statali. Sebbene tali strutture ricordino in qualche misura il panoptismo di Foucault, suggerisco qui un contrappunto al panopticon che chiamo ‘myopticon’ per indicare la miopia dell’occhio centrale che sorveglia. Il myopticon è un sistema di pratiche di sorveglianza, di saperi e di sanzioni dalla visuale ristretta ma utilizzato come se fosse panottico. Include un’ampia gamma di tecnologie, dalla consegna della posta ai Rapporti paese, che forniscono un sapere autorevole su cui fondare le decisioni d’asilo. Suggerisco che l’incertezza che impregna il sistema d’asilo danese e condiziona fortemente i richiedenti asilo non sia solo un effetto secondario delle procedure burocratiche, ma sia intrinseco al modo di operare del myopticon. Segnalando elementi di differenza con il panoptismo di Foucault, traccio i contorni di una nuova tecnologia di potere che ha profonde conseguenze sulla vita quotidiana dei richiedenti asilo in Danimarca.

Asylum seekers in Denmark are kept at designated asylum centres while their cases are processed and are subject to limitations on their movement, education and employment, as well as a degree of surveillance from both state and para-statal authorities. While these structures are in some ways reminiscent of Foucault’s panopticon, I want to suggest a counterpoint to the panopticon, which I call the ‘myopticon’ to indicate the myopia of the central surveying eye. The myopticon is a nearsighted system of surveillance practices, knowledges and sanctions, deployed as though it were panoptic. It includes a broad range of technologies from local maildelivery to the country reports, which provide authoritative knowledge on which to base asylum decisions. I want to suggest that the uncertainty, that has soaked through the Danish asylum system and profoundly affects the asylum seekers in it, is not simply a byproduct of bureaucratic processing, but intrinsic to the operation of the myopticon. By drawing out points of distinction with Foucault’s panopticon, I sketch the outlines of a new technology of power that has powerful consequences for the daily lives of asylum seekers in Denmark.