Abstract
Nella letteratura greca arcaica, le mitiche arpie della tradizione classica sono presentate come tempeste terrificanti e soprannaturali intente a travolgere in aria prede umane. Nella descrizione esiodea delle creature, in particolare, le ‘chiome’ loro attribuite appaiono un tratto fisionomico marcato in grado di contribuire alla definizione dell’identità aerea e turbinosa che le contraddistingue. Sullo sfondo della relazione transculturale fra l’immagine delle perturbazioni atmosferiche e le attività di esseri sovraumani e stregoneschi, questo articolo si propone di indagare la permanenza del paradigma antico del demone ‘chiomato’ della tempesta nel folklore moderno, esaminando la connessione simbolica che già la cultura greca e romana sembrano stabilire fra l’immagine dei capelli e quella dei fenomeni atmosferici legati alla tempesta.
In Greek archaic literature, the mythical Harpyies of classical tradition are presented as dreadful tempests that sweep human preys. In Hesiod’s description of the creatures, in particular, their ‘hair’ appears as a significant physical feature, that possibly contributes to their aerial identity. On the base of the transcultural relationship between the image of the atmospheric disturbances and the activities of supernatural beings and witches, the aim of this essay is to investigate the modern survival of the ancient paradigm of ‘long-haired demon’ that represents winds and storms. To this end, this article will examine the symbolic connections that the ancient world seem to perceive between the image of the hair and the atmospheric phenomena like winds, whirls and tempests.