Cosimo Zene — Riflettendo su Antonio Pigliaru: tra ordinamenti e paradigmi — dono e/o vendetta?

Abstract

La presente riflessione sugli ordinamenti giuridici e i paradigmi in Pigliaru, sollecitata da Pietro Clemente dopo la lettura dell’articolo di Gaetano Riccardo, è lo stimolo per tornare a riflettere su tematiche discusse altrove: in particolare sulla distinzione tra ‘vendetta’, pura e semplice, e ‘codice di vendetta’ come strumento (o ordinamento giuridico consuetudinario) che la comunità si dà, proprio per regolare la vendetta. Non si tratta quindi di rileggere Pigliaru lasciandoci guidare da retoriche dettate da un romanticismo spurio, ma di precisare come per Pigliaru il ‘codice di vendetta’ dimostri, se non altro, uno sforzo verso la scelta morale sia collettiva che individuale, in consonanza con l’amata citazione di Machado: «la monedita del alma si pierde si no se da… ».

This reflection on ‘juridical rules and paradigms’ in Pigliaru, prompted by Pietro Clemente and inspired by the reading of Gaetano Riccardo’s article, allows me to return to arguments I have discussed elsewhere. In my view, one of the recurrent problems in Riccardo’s article is the lack of distinction in his interpretation of Pigliaru between ‘vendetta’ as such, and the ‘code of vendetta’ itself, as an instrument (or juridical customary rule) which the community adopts so as to control vendetta. Hence, our task is not to reread Pigliaru with a false sentiment of romanticism, but to clarify how for Pigliaru the ‘code of vendetta’ reveals at the very least an effort towards collective and individual moral choices, in line with Pigliaru’s beloved quotation by Machado: «la monedita del alma si pierde si no se da… ».