Abstract
Il saggio illustra la figura e l’opera di Alfredo Majorano, scrittore e studioso del folklore pugliese, e ricostruisce le vicende della copiosa collezione etnografica da lui realizzata, analizzata e ordinata da Alberto Mario Cirese, acquisita dal comune di Taranto dopo un lunghissimo iter che ha portato finalmente alla istituzione del museo etnografico. Majorano è stato un prezioso raccoglitore di tradizioni locali, e, in particolare di canti popolari tarantini, grazie a una lunga ed estenuante ricerca che lo ha tenuto impegnato dagli anni Venti agli anni Cinquanta del secolo scorso. Altrettanto rilevante è il suo contributo letterario, particolarmente nei lavori teatrali, composti sia in lingua italiana sia nel dialetto tarantino; opere che possono considerarsi dei veri e propri documenti etnografici, la cui importanza linguistica fu colta, per esempio, da Gerhard Rohlfs, il quale volle conoscere Majorano che divenne così uno dei suoi più affidabili collaboratori.
This paper deals with the work of Alfredo Majorano (1902-1984), a writer and scholar of Apulian folkore, who collected in the course of his life a large amount of ethnographic items. After his death, the collection was devolved to the municipality of Taranto, analyzed and ordered by A. M. Cirese (another great scholar of Southern folklore), and recently transformed in a museum. From 1920s to 1950s, Majorano was an unresting researcher of local traditions – mainly interested in folk songs in the Taranto area. His literary work is also very important: indeed, he wrote several plays in Italian as well as in Tarantine dialect. Such works can be considered as true ethnographic documents: their relevance was understood, among others, by the great German linguist Gerhard Rohlfs, who asked Majorano to assist him in his studies on dialects of Southern Italy.