Anna Iuso — Il vento e gli asfodeli. Federico II e l’uso sociale della storia a Torremaggiore

Abstract

Che cosa può accadere, se in una tranquilla cittadina della provincia del meridione d’Italia arriva un’équipe di archeologi che rivela, nel sottosuolo del territorio comunale, la presenza di un importante sito medievale? L’etnografia di cui quest’articolo rende conto segue le implicazioni e le ripercussioni dell’incontro fra professionisti dell’archeologia e una collettività, o meglio un gruppo di giovani, che scopre e nutre una passione per la storia. Da qui, due conseguenze inattese: la patrimonializzazione della storia, che i protagonisti valorizzano e riscrivono, e la creazione di un corteo storico, ormai quasi trentennale, che nel suo specifico linguaggio viene qui letto come un ‘uso sociale della storia’.

What could it happen, if in a small county city of southern Italy arrived a team of archaeologists detecting, under the ground of the municipal area, an important medieval site? The ethnography for the first time related in this article follows, in the siege, the implications and the repercussions of this encounter between professionals of archaeology and a collectivity or, better, a group of young people who discovers having a passion for history, and feed it. From hence forward, the ethnography reveals two unsuspected consequences: valorization and re-writing of local history, which in the words of the protagonists becomes a ‘heritage to share’, and the creation of a pageant that, already thirty years old, has a specific language, interpreted from the author of the article as a ‘social use of history’.