Carlotta Colombatto — La devoluzione degli oggetti: da eredità a patrimonio

Abstract

La ricerca condotta sui musei etnografici piemontesi ha evidenziato la presenza di collezioni composte prevalentemente da oggetti contadini, in passato trasmessi all’interno delle famiglie. I mutamenti socio-economici del secondo dopoguerra hanno reso obsoleta la devoluzione di questi manufatti tra parenti ed essi, sebbene con modalità diverse, sono confluiti all’interno delle realtà etnografiche. Tale tipologia di oggetti ha sviluppato una biografia culturale caratterizzata dalla nozione di “trasmissione”, una forma di mantenimento nel tempo attuata in passato dalla famiglia e svolta nel presente dal museo. Grazie alle donazioni, composte da «oggetti densi», i musei etnografici si caratterizzano per essere delle zone di contatto tra l’ambito istituzionale, di cui fanno parte i beni culturali pubblici e inalienabili, e l’ambito familiare, caratterizzato non solo da merci, ma anche da oggetti d’affezione volontariamente sottratti alla logica del mercato.

The research carried out in ethnographic museums throughout the Italian Piedmont region has revealed collections composed mainly of farm artifacts. These type of objects have developed a cultural profile characterized by the concept of “transmission”. Historically this used to be the way in which family members preserved the artifacts, by passing them down from one generation to the next. Due to the socio- economic changes that occurred after World War II this practice came to an end and today this function is primarily carried out by museums. Thanks to donations consisting mainly of «dense objects», ethnographic museums have become a contact zone between public institutions that hold pieces of cultural heritage, and the family environment, characterized not only by commodities, but also by objects of sentimental value, voluntarily removed from the market.