Chiarella Rapallo Addari — Per Enrica. Storie intrecciate

Abstract

Le voci che ricordano Enrica Delitala dopo la sua morte, partono dal suo ultimo lavoro: Frammenti di storia degli studi, Nuoro, ISRE 2013, da lei curato, che coincide con la documentazione di 52 anni di vita dell’insegnamento di Storia delle Tradizioni Popolari all’Università di Cagliari, aperti da Alberto Mario Cirese e conclusi con il pensionamento di Anna Lecca, dopo quello di Enrica Delitala. Ma ognuno dei colleghi, allievi, testimoni parla anche del modo di lavorare di Enrica Delitala, dell’amicizia, dei valori familiari e, soprattutto, del suo modo di essere studiosa dotata di aperture internazionali, di rigore documentaristico, e di capacità di dialogo, oltre lo stile parsimonioso e riservato della sua comunicazione personale. Sullo sfondo anche la storia del Bollettino del Repertorio e dell’Atlante Demologico sardo (BRADS) luogo di raccordo tra ricerca sul campo e documentazione sistematica, e anche rivista di rilievo negli studi italiani. Ne emerge un ampio ritratto di organizzatrice di cultura, di donna e di studiosa, sui cui lavori sarà utile tornare anche per portare negli studi attuali molte sue utili indicazioni. In questo senso vanno anche le pubblicazioni, in parte inedite, che accompagnano gli scritti, e che aprono spazi sulla ricerca sul campo, la storia della cultura, il tema della antropologia della morte.

This section of Lares is dedicated to Enrica Delitala (1934-2014). Several voices of colleagues, former students and friends remember Enrica, taking as a starting point her latest book, Frammenti di storia degli studi (Fragments of History of Folklore Studies), Nuoro, ISRE, 2013. The book documents 52 years of the teaching of Folklore Studies at the University of Cagliari, given first by Alberto Mario Cirese, then by Enrica Delitala herself and, after her retirement, by Anna Lecca. In addition each of colleagues, students, witnesses also speak of Enrica’s working methods, her friendship relationships, family values and, above all, her scholarship style, marked by international openings, documentary rigor, and capacity for dialogue. In the background there is also the story of the BRADS (Bulletin of the Sardinian Demological Index and Atlas), a place of connection between field research and systematic documentation, and a prominent journal in Italian folklore studies. From all of these writings emerge the portrait of a woman, a scholar, an intellectual in the broadest sense of the term, whose precious works will be helpful for a long time in our studies. The section is completed by a selection of Enrica Delitala’s writings, some of which still unpublished, concerning fieldwork methodology, the history of culture, the anthropology of death.