Abstract
L’articolo esamina i motivi dell’attualità di Cirese, scorgendoli nella centralità del concetto di uso, nella prospettiva incline all’analisi ma non alla generalizzazione e all’estensione arbitraria di quanto osservato a un’intera cultura. Vengono esaminati anche quegli aspetti che sembrerebbero opporsi a una sua possibile utilizzazione contemporanea, sottolineandone la portata critica e i possibili rovesciamenti di lettura.
The paper focuses on the work of the Italian anthropologist Alberto Mario Cirese (1921-2011), sketching its main features and their relationships with current anthropology. The role accorded to the dimension of use, his pioneering use of computer to create programs concerning kinship terminologies, his interpretation of Gramsci, and his refusal of practice theories stand like a challenge to contemporary anthropological thought.