Martina Giuffrè — Antiziganismo e pratica etnografica. Riflessioni, rappresentazioni e contro-narrazioni

Abstract

Il saggio tratta alcune nodali questioni metodologiche dell’antropologia a partire da una ricerca partecipata sulle rappresentazioni del mondo rom, da me coordinata, all’interno del più ampio progetto europeo Conflicts, mass media and rights: a raising awareness campaign on Roma culture and identity, della durata di ventiquattro mesi (dicembre 2012-dicembre 2014) il cui obiettivo era quello di promuovere percorsi interculturali atti a migliorare la conoscenza e la percezione delle collettività rom contro la diffusione dei sentimenti anti-rom in tre paesi europei: Italia, Spagna e Romania. Il progetto si proponeva, da una parte, di problematizzare le politiche sociali attuate negli ultimi anni tenendo conto di come i mass media avessero influenzato l’opinione pubblica e di decostruire gli stereotipi sui rom; dall’altra, di incrementare il loro protagonismo attraverso attività tese a costruire una nuova visione delle realtà rom e un diverso discorso pubblico e nelle quali i rom diventassero protagonisti. In questo quadro la ricerca antropologica che ho coordinato aveva come obiettivo quello di mettere in luce sia le rappresentazioni dei rom nei mass media e nell’opinione pubblica nei tre paesi, che gli stereotipi e le buone pratiche. Tuttavia, durante il primo incontro organizzato dall’associazione Rom Sinti e Politica per parlare della ricerca e intervistare i partecipanti al corso per attivisti rom, questi hanno espresso il proprio disagio per il fatto di essere considerati di volta in volta ‘oggetto di ricerca’ o ‘utenti’ e ‘beneficiari’ di percorsi educativi, di azioni pro-rom, e persino di progetti di valorizzazione della ‘cultura rom’ senza, a detta loro, essere quasi mai interpellati e hanno manifestato l’esigenza di assumere in prima persona il discorso su se stessi. Questo ha portato a un ripensamento completo della ricerca e alla necessità di una diversificazione metodologica nei diversi paesi. In Italia, dove i livelli di antiziganismo sono particolarmente elevati e la rappresentanza rom è più debole, l’esigenza di dare voce ai rom, espressa dai partecipanti al corso per attivisti in modo così chiaro, ci è sembrata prioritaria. Dopo un approfondito dialogo con loro abbiamo deciso perciò di sperimentare insieme un percorso di ricerca partecipata, inserendo nella ricerca etnografica la cosiddetta peer research (ricerca tra pari), una pratica metodologica che permette di coinvolgere nella ricerca, sia nelle fasi di ideazione che di realizzazione, coloro che ne sono anche soggetto. Questa metodologia che si colloca, dunque, nella prospettiva della partecipazione, dell’azione e dell’empowerment, permette di co-costruire i risultati della ricerca, ma anche il metodo conoscitivo, sia come progettazione della ricerca che come scelta della metodologia e delle tecniche di costruzione dei dati. In questo saggio focalizzo l’attenzione in particolare sull’aspetto metodologico, mettendo in luce da una parte le problematiche emerse dall’approccio peer research e quanto questo abbia influito sui risultati della ricerca, dall’altra quali potenzialità tale approccio abbia aperto alla ricerca sul campo e quanto abbia favorito la possibilità per i rom protagonisti del progetto di realizzare il desiderio, espresso con tanta forza, di incrementare la propria agency e quindi di essere sempre più protagonisti dei racconti e delle rappresentazioni su se stessi.

This essay discusses several key methodological issues in anthropology in light of a participatory investigation of representations of the Roma world coordinated by the author. This 24-month-long (December 2012- December 2014) European research project titled Conflicts, mass media and rights: a raising awareness campaign on Roma culture and identity was aimed at promoting intercultural paths for combatting the spread of anti-Roma sentiments by improving knowledge about and perceptions of the Roma community in three European countries: Italy, Spain and Romania. On the one hand, the project sought to problematize the social policies implemented in recent years, taking into consideration the role the mass media has played in influencing public opinion, and to deconstruct stereotypes about the Roma; on the other hand, it aimed to increase Roma leadership through activities designed to build a new vision of Roma lives and an alternative public discourse in which the Roma could take a leading role. In this context, the anthropological research I coordinated had the objective of highlighting both representations of the Roma in media and public opinion in the three countries, and stereotypes and best practices. However, during the first meeting the association Sinti Roma and Politics organized to discuss the research and interview those attending the course for Roma activists, these activists objected to being treated as either ‘research objects’ or the ‘users’ and ‘beneficiaries’ of educational pathways, pro-Roma initiatives and even projects to enhance ‘Roma culture’ without, in their view, almost ever being consulted directly. In view of this history of exclusion, Roma participants expressed the need to take an active and leading role in creating discourse about themselves. This led to a complete rethinking of the research project and the choice to diversify the methodological approaches used in the different countries. In Italy, where levels of anti-gypsy prejudice are particularly high and Roma representations are weaker, we felt it important to prioritize this need, so clearly expressed by course participants, to give a voice to Roma people. After extensive dialogue, we therefore decided to experiment with a participatory research approach, redesigning the ethnographic project to include peer research, a methodology that allows the ‘subjects’ of research to steer and carry out the investigation, including planning and implementation stages. This methodology based on participation, empowerment and action therefore allows participants to co-develop not only the study results but also the cognitive methods involved, in terms of research design as well as the choice of methodology and data collection techniques. In this essay I focus specifically on the methodological aspect, emphasizing on the one hand the issues raised by the peer research approach and how these affected the research results and, on the other hand, the new opportunities this approach opened up in the fieldwork, making it possible for Roma actors to take a leading role and pursue their so forcefully expressed desire to cultivate their agency and thereby exert more control over stories about them and representations of their communities.