Dionigi Albera — La signora d’Africa: anatomia di un santuario mariano in terra d’Islam

Abstract

L’articolo indaga alcuni aspetti della complessa costruzione simbolica della figura della Madonna, alla frontiera tra due universi religiosi. L’attenzione si concentra su una zona di contatto tra cristianesimo e islam, materializzata nella storia di un importante santuario mariano dell’Africa settentrionale, la basilica di Nostra Signora d’Africa ad Algeri. Questo sito cattolico di pellegrinaggio attira anche fedeli musulmani. In un primo tempo, queste manifestazioni interreligiose si sono sviluppate nell’ambito dello stato coloniale francese, dove una minoranza cristiana dominava una vasta maggioranza musulmana. Poi, sono continuate dopo l’indipendenza del 1962, anche se la costruzione dello stato post-coloniale è stata caratterizzata da un forte spinta verso l’omogeneizzazione della popolazione da un punto di vista religioso. L’articolo mostra una stabilità sorprendente della frequentazione mista di Nostra Signora d’Africa per circa 150 anni, nonostante il cambiamento dei contesti politici, sociali e culturali. Nel santuario la condivisione dello stesso spazio da parte di gruppi religiosi distinti si è protratta anche in tempi di odio e di violenza. Tale organizzazione pacifica della vita quotidiana nel santuario è incorporata in una storia complessa di relazioni di potere e in una rete di simboli e significati spesso contraddittori.

The article investigates some aspects of the complex symbolic construction of the figure of the Madonna, at the border between two religious universes. Attention will focus on an area of contact between Christianity and Islam, which is materialized in the history of an important Marian sanctuary in North Africa, the Basilica of Our Lady of Africa in Algiers. This Catholic pilgrimage site also attracts Muslim faithful. At first, these interfaith events developed in the framework of the French colonial state, where a Christian minority dominated a large Muslim majority. Then, they continued after the independence of the country in 1962, although the construction of the post-colonial state was characterized by a strong push towards homogenization of the population from a religious point of view. The article shows a surprising stability of the mixed attendance at Our Lady of Africa for about 150 years, despite the changing political, social and cultural context. In the sanctuary distinct religious groups have continued to share the same space, even in times of hatred and violence. This peaceful organization of everyday life in the sanctuary is built into a complex history of relations of power and a network of often-contradictory symbols and meanings.