Marcello Massenzio — La croisée de plusieurs chemins. Appunti per un profilo critico di Daniel Fabre

Abstract

L’articolo, un omaggio alla genialità ed originalità del pensiero di Daniel Fabre, si presenta come una messa a fuoco di alcuni nuclei tematici e problematici della riflessione dell’antropologo francese. Viene innanzitutto definita ed analizzata la nozione di «ultimità», di «être ultime », elaborata da Fabre, che tratteggia la figura dell’«Ultimo» come quella di colui che trovandosi a vivere in una fase cruciale della storia, segnata da rotture secolari e cambiamenti radicali, «si erge a rappresentante di un mondo, il proprio, condannato ad un irreversibile destino». Sono quindi prese in considerazione figure letterarie e non che incarnano questo pensiero: Don Fabrizio, Principe di Salina, ne Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa e Don Talayesva, indiano Hopi protagonista dell’opera autobiografica Sun Chief. The Autobiography of a Hopi Indian, ma anche Ferdinando Camon protagonista del romanzo autobiografico Il Quinto stato. Queste figure hanno tutte in comune lo stesso tratto distintivo: si iscrivono profondamente nella cultura da cui provengono nel momento stesso in cui se ne distaccano perché quel mondo volge al tramonto, è destinato a finire. L’approfondimento di questo concetto di «ultimità», consente a Massenzio di riflettere anche su altre questioni fondamentali nel pensiero di Fabre: il metodo di ricerca da lui seguito, il rapporto tra antropologia e letteratura, la definizione e lo statuto scientifico della disciplina antropologica, il legame tra «auto-biographie» ed «etno-biographie», la concezione di una «anthropologie de l’histoire», rintracciata anche nell’etnologia dell’ultimo De Martino.

The essay is a tribute to the originality and brilliance of Daniel Fabre’s way of thinking. The author focuses on some of the main themes in Fabre’s work. First of all, the idea of «être ultime» («to be the last») is discussed. The Last is the one who finds himself living in some crucial historical period, marked by radical changes, and who stands as a champion for his dying, doomed world. Such figures as don Fabrizio, Principe di Salina (a character in Il Gattopardo by Giuseppe Tomasi di Lampedusa) or Don Talayesva (a Hopi Native American, known for his autobiography Sun Chief), or Ferdinando Camon (the Italian writer, here considered for the autobiographical novel Il Quinto stato), such figures well represent Fabre’s idea of the Last. All of them are profoundly rooted each in his world, but, at the same time, all of them are on the verge of losing their worlds, which are dying, doomed worlds. Discussing this idea of «being the last» enables the author to discuss also other relevant matters in Fabre’s work: his research method, the relation between anthropology and literature and that between «auto-biographie» and «etno-biographie », the idea of an «anthropologie de l’histoire», which Fabre developed also in dialogue with Ernesto de Martino’s ethnology.