Giorgia Mirto — La sepoltura delle vittime delle frontiere in Italia

Abstract

I corpi dei migranti senza vita, morti nel tentativo di oltrepassare il mar Mediterraneo, vengono riversati sulle coste italiane da oltre trenta anni. Alcune ricerche svolte in sud Italia sulla questione delle border deaths e dei migranti dispersi (Human Costs of Border Control e Mediterranean Missing Project) hanno portato alla luce complessi meccanismi culturali messi in opera dalle comunità locali per affrontare l’ingresso dei migranti deceduti in mare all’interno del luogo sacro per la collettività, i cimiteri. Se attraverso l’analisi delle procedure burocratiche attuate dalla autorità italiane emerge una severa riduzione nello status del corpo come indice di persona, lo studio delle pratiche funerarie attuate dalle comunità locali dimostra un profondo lavoro di appropriazione del lutto e di sussunzione del deceduto migrante all’interno della propria comunità dei deceduti. Nel presente saggio si vuole dimostrare come in assenza – o nella inottemperanza – di norme consolidate che regolino la gestione del lutto del migrante, le comunità locali hanno attinto alla propria antica tradizione rendendolo parte della loro storia. Così facendo, i comportamenti degli abitanti della frontiera mettono in questione tatticamente il trattamento discriminatorio nei confronti dei migranti, morti e vivi, da parte dello stato.

The bodies of migrants attempting to cross the Mediterranean Sea have been washing up on Italian shores for more than thirty years. I have been conducting empirical work in southern Italy on how local communities deal with these bodies being buried in their communities, on how the dead are integrated into the sacred collective space of local cemeteries. Through the study of funerary practices one can observe the labour of mourning and the subsumption of the deceased migrant into the community of the indigenous dead, e.g. through post-mortem baptism, burying migrants in family chapels or in symbolic places, or rituals on the Day of the Dead. The aim of my research project is to explore how these communities have drawn on their own historic cultural traditions for the mourning process, rendering it a part of their own history. In so doing they transform local attitudes to migrants in ways that tactically challenge discriminatory treatment of migrants, both dead and alive, by state and citizens.