Martina Giuffrè — Il cibo come ‘fatto sociale totale’ nella diaspora eoliana in Australia

Abstract

Il cibo nei contesti di emigrazione italiana all’estero è stato argomento di diversi studi antropologici che si sono soffermati in modo particolare sui processi sociali e identitari. Nel caso degli eoliani emigrati in Australia a partire dalla fine dell’800, il cibo rappresenta un “fatto sociale totale” in quanto si situa al centro delle relazioni tra gli individui e gruppi, implicando forme di scambio caratterizzate dalla reciprocità, rafforzando le relazioni sociali e i vincoli comunitari. Il cibo infatti per gli eoliani di Sydney assume significati polisemici e svolge funzioni plurime a seconda del momento storico: è uno dei principali fattori di identificazione e di continuità tra le generazioni, il perno attorno a cui ruotano la socialità e l’accoglienza della comunità eoliana, una sorta di rito di passaggio per entrare a far parte della comunità, un dispositivo mnemonico, un fattore di resistenza alla discriminazione, prima, ed elemento da rivendere sul mercato etnico multiculturale, poi. Proprio per questa sua pervasività il cibo è un filo rosso che aiuta a tracciare il percorso migratorio degli eoliani in Australia, le loro politiche identitarie e la risposta messa in atto di volta in volta nei confronti delle politiche migratorie governative, in particolare nel passaggio dalle fase assimilazionista a quella multiculturale: se il mantenimento delle ‘tradizioni’ durante il periodo assimilazionista rappresenta, in quanto forte collante identitario, una resistenza contro la discriminazione, il razzismo, l’identificazione negativa e il tentativo di omologazione alla cultura anglosassone da parte dell’Australia, in seguito invece, con la politica multiculturalista del governo australiano, quelle stesse ‘tradizioni’ costituiscono una risorsa importante cui attingere nella creazione di nuove opportunità, ad esempio nella commercializzazione del cibo etnico, o ancora nella ridefinizione, in positivo, della propria identità.

Food in the context of Italian emigration abroad has been the subject of several anthropological studies that have focused particularly on social and identity processes. In the case of the Aeolians who emigrated to Australia from the end of the nineteenth century, food represents a “total social fact” as it is at the center of relations between individuals and groups, implying forms of exchange characterized by reciprocity, strengthening social relations and community bonds. In fact, food for Aeolians in Sydney takes on polysemic meanings and performs multiple functions depending on the historical moment: it is one of the main factors of identification and continuity between generations, the pivot around which the sociality and acceptance of the Aeolian community revolve , a sort of rite of passage to become part of the community, a mnemonic device, a factor of resistance to discrimination, first, and an element to be resold on the ethnic multicultural market, then. Precisely because of its pervasiveness, food is a red thread that helps to trace the migration path of the Aeolians in Australia, their identity policies and the response implemented from time to time towards government migration policies, particularly in the transition from the assimilationist phase to the multicultural one: if the maintenance of the ‘traditions’ during the assimilationist period represents, as a strong bond of identity, a resistance against discrimination, racism, negative identification and the attempt, by Australia, of homologation to Anglo-Saxon culture, later on, instead, with the multiculturalist policy of the Australian government, those same ‘traditions’ constitute an important resource to draw on in creating new opportunities, for example in the commercialization of ethnic food, redefinition, in a positive sense, of one’s identity.