Adriano De Francesco — Umiliare l’Altro: l’etica ordinaria dell’interazione in una classe di scuola media

Abstract

Questo lavoro esplora una dimensione dell’etica ordinaria dell’interazione, proponendo uno sguardo antropologico sulle umiliazioni osservate in una classe di scuola secondaria di primo grado, nell’arco di dodici mesi di fieldwork. L’applicazione del modello dell’ordinary ethics sviluppato da Michael Lambek allo studio dell’interazione in chiave sistemica, fa emergere la valenza generativa dell’umiliazione e il suo ruolo nel processo autopoietico del ‘sistema-classe’ composto da adulti e studenti. L’umiliazione viene dunque interpretata come un rituale che, polarizzando il sistema-classe ai vertici del triangolo performativo ‘vittima-carnefice-spettatore’, richiama gli interattanti all’esercizio del giudizio e articola una meta-narrazione collettiva sull’universo relazionale della classe. Mettendo a fuoco la pragmatica dell’umiliazione, si argomenta successivamente come l’umiliazione implichi un sacrificio rituale realizzato attraverso l’introduzione del paradosso nel flusso comunicativo. L’analisi delle configurazioni di attribuzione della responsabilità registrate sul campo conduce infine a ripensare, in una dimensione sostanzialmente interpersonale, la questione dell’agentività individuale nel quadro dell’interazione violenta.

This paper explores one dimension of the ordinary ethics of interaction, by offering an anthropological insight into the humiliations observed throughout a twelve-month fieldwork in a lower secondary school class. The application of the ‘ordinary ethics’ model devised by Michael Lambek to the study of interaction within a systemic perspective, brings to the fore the generative value of humiliation, and its role in the autopoietic process of the ‘class-system’ comprising adults and students. Humiliation is thus interpreted as a ritual that, by polarizing the class-system at the vertices of the ‘victim-perpetrator-witness’ performative triangle, calls the interactants to the exercise of judgment, and articulates a collective meta-narrative on the relational universe of the classroom. By bringing into focus the pragmatics of humiliation, it is then argued that humiliation entails a ritual sacrifice that is achieved through the introduction of the paradox into the communication stream. Finally, the analysis of the patterns of attribution of responsibility recorded during fieldwork leads us to rethink, in a substantially interpersonal dimension, the issue of the individual agency within violent interaction.