Caterina Di Pasquale — Le memorie nel cibo: tra genealogie cucinate, mangiate e raccontate

Abstract

Il trionfo sociale del cibo testimoniato dall’onnipresenza mediatica deve essere connesso alla capacità che il cibo ha di scandire il tempo biografico, familiare, genealogico e comunitario attraverso diversi livelli di esperienza, operativi e procedurali, sensoriali e infine narrativi. L’ipotesi che mi guida nella argomentazione è che la presenza di più memorie nel cibo, favorisca l’efficacia simbolica tanto nella dimensione soggettiva che collettiva e la costruzione di un legame tra le sfere private e le arene pubbliche. Per articolare tale ipotesi ho suddiviso il testo in quattro paragrafi: nel primo riassumo il processo che ha favorito la progressiva emersione di una antropologia della alimentazione prima e del cibo poi; nel secondo mi concentro sugli studi che hanno approfondito il legame tra cibo e memoria andando oltre il topos della madeleine proustiana; nel terzo, nel quarto e nel quinto presento e analizzo alcuni estratti delle ricette raccolte e le memorie alimentari che veicolano; nel quinto espongo le mie conclusioni.

Current social triumph of food cannot be explained by media omnipresence: it must relate to food ability to pace biographical, familiar, genealogical, and communitarian time through different levels of experience: operational, procedural, sensorial, and narrative. My hypothesis is that the presence of multiple memories in food, and in its experience, favours the symbolic effectiveness both in the subjective and collective dimension as well as in the construction of a link between private spheres and public arenas. To articulate this hypothesis I have divided the text into four paragraphs: in the first, I summarize the process that favoured the progressive emergence of an anthropology of nutrition and then of food; in the second, I focus on the studies that have deepened the link between food and memory beyond the topos of the Proustian madeleine; in the third, fourth and fifth, I present and analyse some extracts of the recipes I collected and the food memories they convey; in the fifth I present my conclusions.