Abstract
In questo articolo discuto la produzione e circolazione di immagini della guerra nei social media, in internet e nei mezzi di comunicazione, mettendo in evidenza due aspetti: la produzione di un discorso bellico che produce legittimazione, vittime ideali, iconografie e posizionamenti; la soggettività delle interpretazioni, dove le immagini, manipolate sia a livello della comunicazione mainstream sia dal basso, sono utilizzate per costruire polarizzazioni e, a seconda dei contesti, affermare o negare la realtà osservata. In particolare, mi propongo di affrontare l’intreccio che si viene a creare tra la produzione delle immagini e il loro consumo, mettendo in luce l’ambiguità delle rappresentazioni che spesso rendono complesso interpretare immagini i cui codici visivi presentano tensioni non risolvibili tra etica ed estetica.
Here I discuss the production and circulation of war images in the social media, in internet and in the mass media, concentrating on two aspects: production of a war discourse that creates legitimacy, ideal victims, iconography and taking of sides; the subjectivity of the interpretations, where the images, manipulated by mainstream media and the ‘grassroots’, are used to construct polarisation, and according to context, to affirm or deny the situation observed. In particular, I tackle the weave created between image production and consumption, showing that the ambiguity of the representations often makes it complex to interpret images, the visual codes of which involve unsolvable tensions between ethics and aesthetics.