Abstract
Il saggio contiene una rilettura storico-critica dei saggi di Ernesto De Martino e del dibattito sui suoi principali contributi svoltosi negli ultimi anni. Si inizia con alcune osservazioni sulla «dipendenza» netta dalla filosofia italiana (soprattutto Croce, Gentile e Paci), e molto meno dagli sviluppi della teoria antropologica e dalla documentazione etnografica. Importante, in ogni caso, è la sua insistenza sui rapporti stretti, senza rilevanti confini disciplinari, tra Etnologia, Antropologia culturale, Storia delle Tradizioni Popolari e Storia delle Religioni. È dedicata molta attenzione allo studio di De Martino sul «mondo magico», considerando la necessità di arricchire il quadro etnografico e documentario da lui utilizzato, e in particolare di rivedere criticamente la proposta del concetto di «crisi della presenza» del soggetto nelle società tradizionali, che sarebbe alla base della produzione culturale delle tecniche di difesa denominate «tecniche magiche». Si sostiene infine che è molto discutibile la proposta di una netta distinzione e opposizione tra due tipi di società, due tipi di mondi culturali appartenenti a epoche storiche diverse, quali il «mondo magico» e il «mondo moderno».
The essay is a historical-critical reconstruction of Ernesto De Martino’s ethnological contribution and of the fertile debate that emerged from his oeuvre in the recent years. Starting from De Martino’s strong «dependence» on Italian Historicist philosophy (above all Croce, Gentile and Paci), and much less on the developments of anthropological theory and ethnographic documentation, one will show his insistence on the close relationships, without relevant disciplinary boundaries, between Ethnology, Cultural Anthropology, History of Popular Traditions, and the History of Religions. In particular, much critical attention will be paid to De Martino’s study of the «magic world» and his concept of «crisis of presence», at the basis of the cultural production of «magical techniques» in traditional societies. Finally, his proposal of a clear distinction and opposition between «magic world» and «modern world», as two types of society belonging to different historical phases, will be put into question.