Abstract
L’articolo presenta i risultati di una ricerca etnografica a Iesa (Monticiano, Siena), soffermandosi in particolare sulla storia di due informatori, Giovanni e Adriana, che in momenti diversi e per diverse ragioni hanno acquistato in questo paese una seconda casa. L’autrice adotta la concezione demartiniana di «appaesamento», mettendola in prospettiva con le nozioni di «radicamento» e «ancoraggio» elaborate da Yannick Sencébé, con l’obiettivo di costruire una cornice interpretativa per riflettere sul senso dell’abitare che prende forma nella continuità tra l’ambiente domestico, quello sociale e quello naturale.
The article presents some findings from an ethnographic study in Iesa (Monticiano, Siena), focusing in particular on the story of two informants, Giovanni and Adriana, who at different times and for different reasons bought a second home in this village. The author adopts Demartinian concept of «appaesamento» (homeliness), putting it into perspective with the notions of «rootedness» and «anchorage» defined by Yannick Sencébé, with the aim of proposing an interpretative framework concerning the feeling of dwelling that is deeply inscribed in the continuity between domestic, social and natural environment.