Abstract
Sia i missionari che gli antropologi si sono interessati alle culture esotiche. Entrambi hanno praticato l’osservazione partecipante, hanno pubblicato opere etnografiche e raccolto oggetti, ma con differenti obiettivi. La prima cattedra di Etnologia in Svizzera fu stabilita nel 1942 a Friburgo da Wilhelm Schmidt, un famoso studioso tedesco, missionario della SVD, interessato a conferire statuto scientifico all’etnologia missionaria cattolica. Il suo scopo era provare scientificamente l’universalità e il carattere originario della credenza in un essere supremo in tutte le società umane. Schmidt lasciò all’Università di Friburgo un ampio numero di oggetti raccolti dai suoi confratelli missionari. In questo saggio cerco di ricostruire il contesto storico della rivalità tra missionari ed etnologi, attraverso una sintetica storia di come i missionari (cattolici) hanno osservato le altre culture. Malgrado la loro diversa affiliazione istituzionale e i loro obiettivi ultimi, sembra che viaggiatori, missionari pre-etnologi e missionari etnologi abbiano molto in comune, sia per le rispettive metodologie che per le attitudini – che cambiano con il tempo – verso i ‘popoli primitivi’.
Missionaries and anthropologists were both interested in exotic cultures. They both practised participatory observation, published ethnographies and collected objects, but for different purposes. The first chair of Ethnology in Switzerland was established in 1942 in Fribourg by Wilhelm Schmidt, a renowned German ethnologist and SVD missionary who wanted to lend a scientific status to catholic missionary ethnology. Through his work he intended to scientifically prove the universal and primordial notion of a supreme being among all human societies. He also left to the University an important number of objects collected by his fellow missionaries. This essay aims to trace the historical context of the rivalry of missionaries and ethnologists, through an abridged history of the observation of other cultures by (catholic) missionaries. It appears that despite their diverse institutional affiliation and final goal, travellers, pre-ethnologists and ethnologists-missionaries have much in common, both in their methodology and changing attitudes toward ‘primitive people’.