Abstract
Il saggio descrive e analizza modalità e linguaggi condivisi all’interno di processi di attivazione collettiva in contesti alpini all’interno di una cornice di welfare culturale. Portare al centro dell’attenzione scientifica e politica i territori di montagna, osservarli caso per caso, osservare i processi innovativi e di tipo collaborativo che si realizzano contribuisce a porre in valore le loro specificità e potenzialità per moltiplicare e diversificare i punti di vista e le pratiche, stimolando idee, immaginari e forme di organizzazione alternative ai modelli egemonici o a quelli tradizionali non più funzionali. Il ruolo delle arti, inteso in senso ampio, è riconosciuto come elemento centrale per il miglioramento della salute e del benessere e le nuove alleanze collaborative e non competitive sembrano la necessaria strada da percorrere alla luce della consapevolezza di una interdipendenza intraspecifica, interspecifica ed ecosistemica, come quella che lega i sistemi montani con quelli urbani di pianura.
This essay describes and analyses shared modalities and languages within collective activation processes in Alpine contexts within a cultural welfare framework. Bringing mountain territories to the centre of scientific and political attention, observing them on a case-by-case basis, observing the innovative and collaborative processes that take place contributes to highlighting their specificities and potential to multiply and diversify points of view and practices, stimulating ideas, imaginaries and forms of organisation that are alternative to hegemonic models or traditional ones that are no longer functional. The role of the arts, understood in a broad sense, is recognised as a central element in improving health and well-being, and new collaborative and non-competitive alliances seem to be the necessary way forward in light of the awareness of intraspecific, interspecific and ecosystemic interdependence, such as that which binds mountain and urban systems.